Finalista edizione 2010

Autore:
Opera:
Il capitalismo ha i secoli contati
Casa editrice:
Einaudi
Opera

Le profezie sulla fine del capitalismo sono state cosí tante da avergli portato fortuna, ma niente giustifica l'idea che esso rappresenti un assetto definitivo. La storia scorre, implacabile. I suoi tempi sono contati. Su questo sfondo Ruffolo ci narra nel suo stile sempre godibile l'avvincente percorso storico del capitalismo occidentale. Dalle prove d'orchestra dell'antichità fino al suo pieno dispiegarsi nel Cinquecento e alle successive egemonie nazionali. E soprattutto le incognite di questo nostro nuovo secolo, le sfide, i rischi, le risposte possibili che si muovono sul filo della progressiva mercatizzazione dell'economia, fino
alla globalizzazione dello spazio e alla finanziarizzazione del tempo. Uno scenario complicato dall'affanno del controllo politico, che potrebbe riservarci prospettive drammatiche ma anche, tra le sue sorprese, quella di un «capitalismo ben temperato».


Giudizio della Giuria

Giorgio Ruffolo con un volume dal titolo un poco provocatorio: "Il capitalismo ha i secoli contati" (Einaudi), propone una lettura del mondo attraverso la storia economica nell'intreccio fra teorie ed avvenimenti, dall'epoca degli imperi mesopotamici all'attualità. Esaminati i modelli interpretativi di Braudel e Polany, Ruffolo chiarisce che "il capitalismo si definisce sullo sfondo dell'economia di mercato e, in particolare delle origini storiche del mercato". Alla domanda se l'economia romana fu capitalistica, risponde negativamente, poiché mancava dei caratteri costitutivi del capitalismo: una classe imprenditoriale e un proletariato. Caratteri che emergono attorno al Mille nel formarsi delle repubbliche marittime italiane.
Da quell'alba si snoda una linea di sviluppo distinguibile in cinque cicli: il lungo primato italiano, l'egemonia iberica, il ciclo economico olandese, il ciclo economico britannico, il secolo americano. Nei circa cinque secoli del primato italiano si susseguono quattro tempi: l'ascesa delle repubbliche marittime, il polo italiano della prima economia-mondo, la preminenza veneziana,  il sopravvento genovese.
Con progressione accelerata, specie dal Settecento in poi, il capitalismo cambia  il mondo, attraversando (e condividendo) i più diversi regimi politici, salvo il comunismo "che ha distrutto". Oggi, però, deve affrontare sfide più ardue dall'insostenibilità dei costi  dell'avanzamento della potenza e della ricchezza del mondo, la fase ecologica, alla mondializzazione, alla finanzializzazione dell'economia. Riuscirà a sopravvivere al terzo millennio? Ed è qui che l'Autore torna al titolo, avvertendo che "la storia del capitalismo si misura con il metro dei secoli".
Nell'attesa possiamo leggere le feconde e suggestive pagine, che Giorgio Ruffolo, economista e uomo politico di fama, propone.
 

Marco Neiretti

Autore

Giorgio Ruffolo

Giorgio Ruffolo (Roma 1926), economista, deputato al Parlamento italiano, a quello europeo e senatore della Repubblica, ministro dell'Ambiente dal 1987 al 1992, è fondatore e presidente del Centro Europa Ricerche. Presso Einaudi ha pubblicato La grande impresa nella società moderna (1967), Cuori e denari (1999), Quando l'italia era una superpotenza (2004) e Lo specchio del diavolo (2008).

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