L’idea intorno al quale ruota il lavoro di Abravanel è chiara: per rilanciare l’economia italiana è indispensabile far spazio alla «vera» meritocrazia. È necessario selezionare il «migliore capitale umano» riscattando il valore della competizione e dell’ambizione a eccellere da ipoteche moralistiche e dalla sfiducia endemica nella fairness della selezione. Secondo Abravanel, la carenza a incentivare la meritocrazia è imputabile a un capitalismo familista che perpetua «successioni anti-meritocratiche» e che è di ostacolo alla creazione di grandi imprese, a un’accademia nepotista e indifferente alla misura del merito e a una burocrazia che paralizza la capacità decisionale degli organi di governo. Da qui le sue tre proposte per far nascere la meritocrazia e scongiurare lo «scenario Argentina».

Tiziano Toracca