«Al debutto della primavera del 2021 hanno scioperato, per la prima volta e a pochi giorni di distanza, i lavoratori dell’ultimo miglio, la distanza che corre tra i depositi della logistica e i destinatari finali della merce. Hanno incrociato le braccia i rider di tutta Italia e i lavoratori dell’intera filiera di Amazon. In quest’ultimo caso, si è trattato di uno sciopero che non è azzardato definire storico, visto che la multinazionale impone una disciplina ferrea ai suoi dipendenti e osteggia la loro adesione ai sindacati.»


Angelo Mastrandrea, giornalista d'inchiesta che da anni si occupa della deindustrializzazione in Italia, in L'ultimo miglio. Viaggio nel mondo della logistica e dell'e-commerce in Italia tra Amazon, rider, portacontainer, magazzinieri e criminalità organizzata, edito da Manni, racconta cosa succede dietro le quinte nel mondo della logistica e dell'e-commerce, chi ci lavora e a quali condizioni. E quali sono i costi sociali, economici e ambientali di questo capitalismo del nuovo millennio.


    Da un modello produttivo a uno circolatorio


Premessa necessaria alla riflessione di Mastrandrea è la spiegazione di come è radicalmente cambiato il modello economico occidentale, per prima cosa l'autore ci spiega il passaggio da un modello produttivo a uno circolatorio, basato cioè sullo spostamento delle merci. La logistica è oggi protagonista della nostra economia e il simbolo di questo modello economico è il container, che permette il trasporto a lunga distanza di merci prodotte altrove. L'ultimo miglio, che da il titolo al libro, è la distanza che corre tra i depositi della logistica e i destinatari finali della merce, ed è percorso ogni giorno da una legione di rider, corrieri, ciclofattorini del food delivery.

Proprio parlando dell'invenzione del container quale atto di nascita del capitalismo avanzato che caratterizza la nostra società, prende le mosse l'intervista della nostra giurata Paola Borgna all'autore. La potete rivedere integralmente qui:




    La geografia della logistica in Italia


Il libro di Mastrandrea si snoda attraverso tutta la penisola disegnando la geografia della logistica nel nostro paese, l'autore ce la racconta attraverso cinque inchieste che sono altrettanti capitoli de L'ultimo miglio:


  1. - Le regole di Amazon
  2. - I bibliotecari 4.0 di Stradella
  3. - Vite da rider
  4. - La coop che sfida la mafia dei tir
  5. - Le crociere dei rifiuti


La prima parte del volume racconta quella che Mastrandrea definisce “la corona posta sul capo dello Stivale”, la corona dei grandi hub della logistica tra Como, Bergamo, Novara, Pavia e Piacenza. Lì vige un modello di organizzazione e gestione del personale di tipo autoritario-paternalistico, fondato sui 12 “precetti” di Jeff Bezos e sulla sua neolingua fatta di parole inglesi come “runner”, “pickers”, “stowers” che identificano la catena di montaggio in parte umana e in parte robotica dei magazzini di stoccaggio merci. Si tratta di un modello militarizzato, infatti in questi hub si assumono ex soldati come guardiani del lavoro, come anche nella Città del Libro di Stradella, il più importante hub distributivo d’Italia, la città del libro, come viene definita dagli addetti ai lavori, con 18.000 aziende e 170.000 dipendenti, costretti a subire ritmi tali da suggerire all’autore un paragone con le miniere di carbone degli anni Cinquanta.

L'autore poi parla delle vite da rider, in particolare di quella di un napoletano di 52 anni legato mani e piedi ai numeri di un algoritmo, e alle mance dei clienti.

C’è poi la cooperativa che sfida la mafia dei tir, da dieci anni esempio virtuoso nella Sicilia orientale, attraverso il racconto dell’attività di Maurizio Faro sui cui tir è scritto “La legalità viaggia con le aziende confiscate”. Il viaggio di Mastrandrea nella geografia della logistica italiana si conclude visitando le crociere dei rifiuti, sulle navi portacontainer che solcano gli oceani.


    I germogli delle lotte future


L'ultimo miglio è stato scritto durante la pandemia e documenta le lotte che proprio durante l'emergenza sanitaria hanno risvegliato l'attenzione dei media intorno al mondo del delivery, improvvisamente si sono accesi i riflettori sul mondo che sta dietro il comodo arrivo dei pacchi fino alle abitazioni dove eravamo confinati. Cartina al tornasole di un modello economico sempre meno sostenibile fu l’incidente della portacontainer Ever Given nel Canale di Suez, collo di bottiglia dei transiti da e verso il Mediterraneo: “Il blocco di una delle autostrade principali del capitalismo globalizzato ha svelato come esso oggi si regga, più che sulla produzione, sul movimento di merci”.

Ma è proprio in un settore come la logistica che i lavoratori hanno maggiore capacità di intervenire per fare sentire la loro voce, bloccando il traffico per chiedere miglioramenti delle condizioni di lavoro. Sono i primi scioperi dentro Amazon e tra i ciclofattorini del food delivery, le lotte dei trasportatori attorno ai depositi della FedEx di Piacenza, costate morti e feriti, picchetti duri dei sindacati di base e scontri con guardie armate a difesa dei camionisti crumiri.

Di questi scontri parla Mastrandrea convinto che sia proprio “nelle cattedrali della logistica che sta nascendo una nuova coscienza politica, dove, a volerli osservare, si notano i germogli delle lotte del prossimo futuro”.


Angelo Mastrandrea è nato nel 1971 a Sala Consilina (Salerno). Scrittore e giornalista, si è sempre occupato di tematiche legate al mondo del lavoro. Scrive per numerose testate tra cui “il manifesto”, di cui è stato vicedirettore, il “Venerdì di Repubblica” e “Internazionale”. Sue inchieste sono uscite anche in Francia su “Le monde diplomatique”, “Courrier international” e “Revue XXI"..


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