«Quello che è certo è che il mondo è destinato a cambiare, anzi, è già cambiato, semplicemente ancora non riusciamo a vedere quanto. Le immagini mentali che da sempre utilizziamo per interpretarlo, le nostre "cartoline", ci nascondono un pianeta in agonia, e noi continuiamo ad attingerne senza troppe ansie, come faremmo con un albero malato che ancora regge sui rami frutti sani.»


Fabio Deotto in L'altro mondo. La vita in un pianeta che cambia, edito da Bompiani, racconta il viaggio che per 18 mesi lo ha portato nei paesi del mondo che stanno vivendo le più drammatiche conseguenze del cambiamento climatico in corso, un reportage narrativo che è un ibrido tra un diario di viaggio e un saggio di divulgazione scientifica, e ci aiuta a conoscere il nuovo mondo in cui stiamo imparando a vivere.


    Viaggio alla fine del mondo


Quando il direttore di Esquire Italia chiese a Deotto quale fosse il pezzo che sognava scrivere, lui rispose che avrebbe voluto fare un reportage su luoghi da cartolina che oggi sono più colpiti dalla crisi climatica. Così il giornalista ha visitato le Maldive, Miami Beach, la Louisiana e la Lapponia, ha parlato con persone ed esperti di quei luoghi e ha visto con i propri occhi quanto poco rispecchino le immagini da cartolina che abbiamo tutti in mente:


  1. Troviamo le Maldive, “un paese con la data di scadenza”, dove accanto ai resort si trova Thilafushi, un’isola-discarica, o un’isola occupata interamente dalla capitale, Malè costruite a pochi metri sul livello del mare, e fortemente minacciato dall’innalzamento del livello delle acque.
  2. Poi Miami Beach che è in una situazione simile, dove si è deciso di elevare tutte le strade di un metro per evitare che venissero continuamente sommerse.
  3. In Lousiana non lontano da New Orleans, invece è già troppo tardi. Negli ultimi anni il 98% del territorio sul quale era stato fondato un insediamento è finito sott’acqua costringendo l’intera popolazione a trasferirsi altrove.
  4. In Lapponia, il villaggio di Babbo Natale vede la data delle nevicate spostarsi sempre più in avanti.
  5. A Venezia, la città sta cercando di prepararsi a convivere sempre più spesso con l’acqua sempre più alta, adattandosi al problema piuttosto che arginarlo.

  

  Il bias di normalità


Deotto si è chiesto perché noi esseri umani, di fronte a un rischio evidente ma intangibile come quello della crisi climatica, riusciamo a continuare la nostra vita di sempre. Quali sono i limiti cognitivi, culturali e biologici che ci impediscono di percepire il pericolo?

L’autore cerca le risposte a queste domande nella biologia evolutiva e nella psicologia, e ci ci mette in guardia contro il bias di normalità, che ci induce a sottostimare le conseguenze di un evento catastrofico. La specie umana ha bisogno di controllo e quello che non riusciamo a manipolare, ci sfugge. Proprio sulla distorsione percettiva che ci fa leggere l'emergenza climatica come una questione lontana da noi e collocabile in un futuro astratto e sulle sue motivazioni evolutive si è appuntata l'intervista di Loredana Lipperini a Deotto che potete rivedere integralmente qui:




    La necessità di una nuova narrazione


Eppure tutto questo è davanti ai nostri occhi ogni giorno, attraverso telegiornali, notizie on e off line, documentari ed esperienze vissute in prima persona. Cosa stiamo sbagliando? Il problema è che le novità che emergono nel mondo reale non vengono immediatamente metabolizzate nell’immaginario. C’è bisogno di tempo. Quello che di cui abbiamo bisogno sono narrazioni in grado di spiegare i cambiamenti che climatici. È necessario raccontare “l’altro mondo”, ma anche decostruire le narrazioni che ci legano a un passato che non esiste più, ad esempio quello di un progresso infinito. Dobbiamo imparare a cambiare le lenti attraverso le quali osserviamo il mondo.


Fabio Deotto è scrittore e giornalista. Laureato in biotecnologie, scrive articoli e approfondimenti per riviste nazionali e internazionali, concentrandosi in particolare sull’intersezione tra scienza e cultura. Ha pubblicato i romanzi Condominio R39 (Einaudi, 2014) e Un attimo prima (Einaudi, 2017). Insegna scrittura creativa alla Scuola Holden di Torino. Vive e lavora a Milano.


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