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Premio Speciale della Giuria

Mammut

Sentiamo, perché mai la classe operaia non dovrebbe più andare in paradiso? A prima vista, i motivi per la mortificante esclusione non mancherebbero. A cominciare da quel Quattroruote letto in sostituzione del Capitale o da quel mirabile mondo nuovo pianificato tutto per sé e non più per tutti, e per finire con una classe che da appassionata si è fatta disamorata, e che da specie in impaziente evoluzione si è devoluta in specie in logorata estinzione; "come i mammut" infierisce Pennacchi. "Lotta / dura / senza / paura", addio? Andiamoci piano con incaute deduzioni, c'è prima da leggere questo libro, questa storia corale di una fabbrica di nome Supercavi e storia individuale di un operaio di nome Benassa. Fabbrica, non solo luogo di  dolore e fatica, ma anche di gioie, amori, soddisfazioni, condivisioni. Dove il lavoro è, si, manuale, ma anche comunitaria trasformazione della materia, e dove, quindi, il "fare" è "poiesis" e l'uomo è faber e poeticus. Ma dove anche la macchina è creatura animata, con una sua personalità , un suo nome, di donna sempre, ciascuna impegnata in un dialogo ininterrotto con l'operaio che le lavora al fianco, e che la capisce, ne intuisce le esigenze, ne decifra gli appelli. E' in quella stessa fabbrica che si svolge il percorso individuale dell'operaio Benassa, condannato al fine pena mai dei turni di notte, leader maximo della protesta sindacale, e persino un intellettuale, senza volerlo e senza offesa, uno che scrive comunicati come poemi. Per i padroni, invece, un dannato e dannoso rompicoglioni da neutralizzare, quanto prima tanto meglio. Infatti. Benassa vorrà  farci credere in finale di essersi lasciato neutralizzare, persino di avere realizzato un sogno che dice essere di tutti "Farsi mandare a casa i soldi senza andare a lavorare". Scrivendo, però. La storia sua e della sua fabbrica. E la storia (la lezione, il monito) della trascurata miniera di intelligenza e di creatività  di una classe insofferente, e immeritevole, di giurassico.

Pier Francesco Gasparetto


Edizione:
2011
Mammut | Premio Biella Letteratura Industria

Autore

Antonio Pennacchi

Operaio fino a cinquant'anni, Antonio Pennacchi è nato a Latina, dove vive, nel 1950. Ha pubblicato per Mondadori i romanzi Canale Mussolini (2010, premio Strega), Il fasciocomunista (2003, premio Napoli), da cui è stato trattato il film Mio fratello è figlio unico, e i racconti di Shaw 150. Storie di fabbrica e dintorni (2006). E' autore anche di Le iene del Circeo (Laterza 2010), Fascio e martello. Viaggio per la città  del Duce (Laterza 2008). Collabora a "Limes". Ha moglie, due figli e due nipoti femmine.

Antonio Pennacchi | Premio Biella Letteratura Industria

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