Parlare con orgoglio di fabbriche, in un'epoca in cui un certo tipo di capitalismo mostra i suoi limiti, potrebbe sembrare un'operazione di controtendenza, forse anche un po' provocatoria, se si considera la grave crisi che stiamo attraversando. La brillante e appassionata analisi di Antonio Calabrò dimostra che non bisogna accettare ciò che comunemente (ed erroneamente) si discute intorno al capitalismo: la speculazione affaristica, il predominio esclusivo del valore economico, lo strapotere della finanza. Significa semplicemente riportare al centro del discorso economico un'idea di fabbrica sapientemente impostata su criteri di eccellenza e di innovazione, sui rapporti con il territorio in cui l'industria, appunto, soddisfa bisogni e crea benessere. Pur registrando il tramonto del mito della grande fabbrica a vantaggio di quel modello che viene definito il "quarto capitalismo" (le imprese medie e medio-grandi, le cosiddette "multinazionali tascabili", in cui qualità , innovazione, flessibilità e competitività internazionale rappresentano valori guida), Calabrò non smette di credere nella modernità dell'industria manifatturiera, nei suoi programmi più ambiziosi, primo fra tutti quello di esaltare l'intelligenza dell'uomo e la sua vocazione creativa.
Giuseppe Lupo
Antonio Calabrò è nato a Patti (Messina) nel 1950. Vive e lavora a Milano. È direttore Affari istituzionali e Relazioni esterne del gruppo Pirelli e amministratore delegato di Pirelli Cultura. Ha diretto l'agenzia di stampa Apcom ed è stato editorialista economico de «La 7». È stato inoltre direttore editoriale del gruppo «Il Sole-24 Ore» e vicedirettore del quotidiano. Ha lavorato a «la Repubblica», «Il Mondo» e «L'Ora» e ha diretto il settimanale «Lettera Finanziaria» e il mensile «Ventiquattro». Insegna all'Università Bocconi e all'Università Cattolica di Milano. Tra le sue pubblicazioni: Da via Stalingrado a Piazza Affari. Storia dell'Unipol (1988), La morte ha fatto cento (1996), Dissensi (2002), Agnelli, una storia italiana (2004), Intervista ai capitalisti (2005). Inoltre, ha curato le raccolte di saggi: L'alba della Sicilia (1996), Un viaggio imperfetto (1999), Frontiere (2000), Il capitale (2001), Mercati (2002).