«Non ci sono soldi» è lo slogan più ripetuto nel libro, che accompagna il lettore per un quarantennio di storia italiana, dagli anni Settanta fino alle soglie del Duemila. Più che una semplice espressione familiare, la frase riassume il senso di una precarietà latente, ma anche il punto di partenza e di approdo di un itinerario dentro la fine di un secolo che ha significato il passaggio verso una civiltà che, pur manifestandosi con segni nuovi, conserva i caratteri atavici della fatica e della rinuncia, comprese le contraddizioni che indicano nel tema del lavoro il senso dell’ordine e del progresso. Autobiografico e autoironico, un po’ bildungsroman e un po’ saga familiare, incalzante nel ritmo narrativo e avventuroso nel succedersi rocambolesco delle numerose attività professionali, “Works” non è soltanto il ritratto di una regione dedita alla religione del lavoro (il Nordest), ma anche la spregiudicata testimonianza di un’Italia complicata e smarrita, divisa essere e dover essere, perennemente in fuga dai propri fallimenti e dalle proprie debolezze.
Giuseppe Lupo
Vitaliano Trevisan è nato a Sandrigo nel 1960. Einaudi Stile libero ha pubblicato I quindicimila passi, un resoconto (2002, vincitore del Campiello Francia nel 2008), Un mondo meraviglioso, uno standard (2003), Shorts (2004, vincitore del Premio Chiara), Il ponte, un crollo (2007) e Grotteschi e Arabeschi (2009). Per il teatro, Trevisan ha curato nel 2004 l'adattamento di Giulietta di Federico Fellini e ha scritto, tra gli altri, Il lavoro rende liberi, messo in scena nel 2005 da Toni Servillo, e i monologhi Oscillazioni e Solo RH, pubblicati da Einaudi nel volume Due monologhi (2009).
Per il cinema, è stato sceneggiatore e attore in Primo amore di Matteo Garrone e attore in Riparo di Marco Simon Puccioni. Nel 2009 è uscito in Francia anche Il ponte. La traduzione francese de I quindicimila passi è stata accolta con favore da pubblico e critica. Sempre per Einaudi, nel 2011 pubblica Una notte in Tunisia e nel 2016 Works.