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Works

DESCRIZIONE OPERA:


La condanna tutta umana al lavoro inizia per Vitaliano Trevisan a quindici anni, quando una sera a cena chiede al padre una bicicletta nuova, da maschio, perché girare con quella della sorella maggiore significa essere preso in giro dai compagni. Per tutta risposta, il padre lo porta nell'officina di un amico che stampa lamiere per abbeveratoi da uccelli: «Così capisci da dove viene», gli dice, alludendo al denaro. Inizia per l'autore una «carriera» che è un succedersi di false partenze: dal manovale al costruttore di barche a vela, dal cameriere al geometra, dal disoccupato al gelataio in Germania, dal magazziniere al portiere di notte, fino allo spaccio di droga e al furto, «un commercio che obbedisce alle stesse fottute regole di mercato». Trevisan racconta gli anni Settanta schiacciati tra politica ed eroina, cui sembra essere sopravvissuto quasi per caso, la storia di un matrimonio e della sua fine, le contraddizioni del mondo della cultura - dove per ironia della sorte la frase più ripetuta è «non ci sono soldi», la stessa che gli propinava il padre - e la sofferenza psichica, il percorso pieno di deragliamenti di un ragazzo destinato a fare lo scrittore.

MOTIVAZIONE DELLA GIURIA:

«Non ci sono soldi» è lo slogan più ripetuto nel libro, che accompagna il lettore per un quarantennio di storia italiana, dagli anni Settanta fino alle soglie del Duemila. Più che una semplice espressione familiare, la frase riassume il senso di una precarietà  latente, ma anche il punto di partenza e di approdo di un itinerario dentro la fine di un secolo che ha significato il passaggio verso una civiltà  che, pur manifestandosi con segni nuovi, conserva i caratteri atavici della fatica e della rinuncia, comprese le contraddizioni che indicano nel tema del lavoro il senso dell’ordine e del progresso. Autobiografico e autoironico, un po’ bildungsroman e un po’ saga familiare, incalzante nel ritmo narrativo e avventuroso nel succedersi rocambolesco delle numerose attività  professionali, “Works” non è soltanto il ritratto di una regione dedita alla religione del lavoro (il Nordest), ma anche la spregiudicata testimonianza di un’Italia complicata e smarrita, divisa essere e dover essere, perennemente in fuga dai propri fallimenti e dalle proprie debolezze.

Giuseppe Lupo

Edizione:
2017
Works | Premio Biella Letteratura Industria

Autore

Vitaliano Trevisan

Vitaliano Trevisan è nato a Sandrigo nel 1960. Einaudi Stile libero ha pubblicato I quindicimila passi, un resoconto (2002, vincitore del Campiello Francia nel 2008), Un mondo meraviglioso, uno standard (2003), Shorts (2004, vincitore del Premio Chiara), Il ponte, un crollo (2007) e Grotteschi e Arabeschi (2009). Per il teatro, Trevisan ha curato nel 2004 l'adattamento di Giulietta di Federico Fellini e ha scritto, tra gli altri, Il lavoro rende liberi, messo in scena nel 2005 da Toni Servillo, e i monologhi Oscillazioni e Solo RH, pubblicati da Einaudi nel volume Due monologhi (2009).

Per il cinema, è stato sceneggiatore e attore in Primo amore di Matteo Garrone e attore in Riparo di Marco Simon Puccioni. Nel 2009 è uscito in Francia anche Il ponte. La traduzione francese de I quindicimila passi è stata accolta con favore da pubblico e critica. Sempre per Einaudi, nel 2011 pubblica Una notte in Tunisia e nel 2016 Works.

Vitaliano Trevisan | Premio Biella Letteratura Industria

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