Finalista edizione 2015

Autore:
Opera:
La ferocia
Casa editrice:
Einaudi
Opera

Clara è magnetica. Illumina le stanze in cui entra o le oscura, a seconda della tempesta che l'accompagna. L'ultima volta che l'hanno vista viva, camminava nuda nel centro della statale Bari-Taranto.


Questa è la storia di due giovinezze, una famiglia, una città, delle colpe dei padri annidate nella debolezza dei figli, di un mondo dove il denaro può aggiustare ogni cosa fino all'attimo preciso in cui è già troppo tardi.
Al centro c'è un corpo di donna chiuso nello sguardo di tutti quelli che hanno creduto di poterlo possedere, e intorno l'abissale cruenta vanità del potere.


Mobile e intenso, La ferocia è un libro che costruisce un mondo - il nostro.


Giudizio della Giuria

Nicola Lagioia, classe 1973, è una nuova scoperta della letteratura italiana. Ricco di talento, se continuasse così non sarebbe esagerato definirlo come il Simenon italiano del 21esimo secolo. Per la capacità che ha di descrivere personaggi, atmosfere, psicologie, scavandoli con profondità. Il suo romanzo “La ferocia”, edito da Einaudi, è a mio avviso eccellente. Forse è il miglior romanzo italiano del 2014. Anche se il mondo dell’industria vi compare solo sullo sfondo, uno sfondo lontano, non più di 15 pagine su 400. E il concetto di industria è collegato a quello di una ricchezza in qualche modo corrompente, e sicuramente decadente. Queste caratteristiche non sono il massimo, se collegate a un premio che in qualche modo si propone di incentivare la narrazione del mondo dell’industria e del lavoro, mondo che è fatto anche, e per fortuna, di ben’altro.
Goffredo Fofi, sull’Internazionale, ha scritto che La Ferocia è «Storia di famiglia, di ricchi, di italiani, di un’umanità oscenamente sfibrata, stravolta. Un romanzo potente e controllatissimo». Mentre Marco Belpoliti sull’Espresso, ha commentato: «La ferocia, pur presentandosi come un giallo a chiave, con soluzione nel finale, è in realtà uno scandaglio del territorio in cui si muovono i personaggi, tra Taranto e Bari, una topografia dettagliata dello spazio, su cui piomba l’occhio del narratore. Una sorta di cartografia emotiva. Lagioia non ha scritto un romanzo sul male, sulla cattiveria o sulla crudeltà, bensì sulla debolezza di questa creatura centauresca che si chiama uomo».
Ma entriamo nel vivo del racconto. Ecco la trama. In una calda notte di primavera, una giovane donna cammina nel centro esatto della strada provinciale. È nuda e coperta di sangue. A stagliarla nel buio, i fari di un camion sparati su di lei. Quando, poche ore dopo, verrà ritrovata morta ai piedi di un autosilo, la sua identità verrà finalmente alla luce: è Clara Salvemini, prima figlia della più influente famiglia di costruttori locali. Per tutti è un suicidio. Ma le cose sono davvero andate cosi? Cosa legava Clara agli affari di suo padre? E il rapporto che la unisce ai tre fratelli - in particolare quello con Michele, l'ombroso, il diverso, il ribelle - può aver giocato un ruolo determinante nella sua morte? Le ville della ricca periferia barese, i declivi di ogni rapida ascesa sociale, una galleria di personaggi indimenticabili, le tensioni di una famiglia in bilico tra splendore e disastro: utilizzando le forme del noir, del gotico, del racconto familiare, scandite da un ritmo serrato e da una galleria di personaggi e di sguardi che spostano continuamente il cuore dell'azione, Nicola Lagioia mette in scena il grande dramma degli anni che stiamo vivendo.
 
Filippo Astone

Autore

Nicola Lagioia

Nicola Lagioia è nato a Bari nel 1973. Con minimum fax ha pubblicato Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (2001), e con Einaudi Occidente per principianti (Supercoralli 2004) e Riportando tutto a casa (Supercoralli 2009, Super ET 2011), Premio Viareggio-Rèpaci, Premio Vittorini, Premio Volponi.

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