Parafrasando il Calvino delle Città invisibili, ci sono due strategie attraverso cui affrontare il tema della dismissione industriale negli anni successivi al romanzo di Ermanno Rea: una è quella di cadere vittima del racconto testimoniale e crudele (il racconto del tramonto industriale e della crisi irreversibile), l’altra è quella di credere non tanto nella fine dell’industria quanto nella sua trasformazione. Il libro di Alessandro Perissinotto sceglie questa seconda traiettoria e narra di un’esperienza che unifica la speranza di una difficile ripresa con l’avventura geografica in un Oriente che conosce le tinte di un tempo giovane, che ha il respiro di una civiltà ricreatasi all’indomani delle tragedie politiche. Romanzo duttile, coraggioso, che rilegge il tema della delocalizzazione in forma di utopia e lo fa mediante una prosa intrisa di memoria e dissacrante realismo, Coordinate d’Oriente è anche il tentativo appassionato di un riscatto da un Occidente che, pur non riconoscendo i suoi errori, è obbligato a mettersi in gioco.
Giuseppe Lupo
Alessandro Perissinotto è nato a Torino nel 1964, insegna Teorie e tecniche delle scritture all’Università di Torino. Ha esordito come narratore nel 1997 ed è autore di undici romanzi. Le sue opere sono state tradotte in numerosi paesi europei e in Giappone. Con Piemme ha pubblicato nel 2011 Semina il vento e, nel 2013, Le colpe dei padri, secondo classificato al Premio Strega.