Alberto ha conseguito una laurea sottraendosi al ciclo ferreo di lavorazione dell’educazione operaia, che avrebbe previsto per lui -figlio delle officine- militanza calcistica, istituto professionale (o, al più, istituto tecnico industriale) e doppio turno alle acciaierie. “Laureato proletario in fuga dai contratti a chiamata italiani”, è finito nel Regno Unito ad ingrossare le fila dei giovani espatriati e tecnologici, forse non così diversi dai disperati e immigrati; in cerca di opportunità , in maniera forse non molto differente da chi scappa dalla miseria. La precarietà di un mondo nuovo che si credeva pieno di opportunità , di un mondo divenuto fluido, al di qua come al di là della Manica, in cui non esiste più la società ma solo gli individui, lo riporta a casa, a Piombino, dove l’altoforno ha smesso di sbuffare e i binari ferroviari lunghi 108 metri non si producono più. Ora è pronto a scrivere la storia della working class in cui è nato e dei suoi dieci comandamenti, proteina di un codice che può rompere le catene schiaviste della sopraffazione.
Il libro è un racconto autobiografico della lotta tra gli spossessati e i quattrinai, narrato dai piani bassi della vita; un esercizio di sociologia della classe dei lavoratori cui l’autore dice di essere stato preparato sin da piccolo.
Paola Borgna
Alberto Prunetti (Piombino, 1973) ha pubblicato Amianto. Una storia operaia. Traduttore e redattore, ha vissuto per un anno e mezzo in Inghilterra, lavorando come cleaner, pizza chef e kitchen assistant.