Per mesi Carlo, Michele e Davide, tre operai della Melegatti, sono entrati ogni giorno nella fabbrica chiusa per tenere in vita il centenario «lievito madre» del pasticcere Domenico, l’inventore del pandoro, nella flebile speranza che la sorte dell’azienda, come la loro e quella dei colleghi, potesse dipendere, al di là delle drammatiche vicende societarie, dalla vita di quel prodigioso impasto. Morta la «mare», come lo chiamavano nel loro dialetto, sarebbe morto anche il pandoro più antico d’Italia, il dolce natalizio di Verona la cui nascita è legata al rito contadino del «levà», un impasto che nelle corti della campagna veneta le donne preparavano la notte di Natale per poi attendere tutte insieme che la luce del mattino lo facesse lievitare. In tempi in cui molte fabbriche muoiono nel silenzio e nell’indifferenza, il loro gesto ha destato ammirazione e commozione anche al di là dell’Oceano. E, proprio quando tutte le speranze sembravano ormai perdute, ha dato i suoi frutti: la fabbrica è stata acquistata dalla Sominor di Roberto Spezzapria. Così, grazie alla tenacia degli operai, continua a vivere la tradizione di uno dei dolci natalizi più noti e apprezzati nel mondo.
Se il pandoro sfida il panettone è merito di Domenico Melegatti che nel 1894 l'inventò a Verona. La bottega a due passi da Porta Borsari custodiva un rebus: due gatti e tre mele di marmo che sarebbero diventati il marchio famoso. E un tesoro: il lievito madre, cuore della ricetta segreta, poi della fabbrica che avrebbe sfornato il dolce ottagonale per spedirlo nel mondo. La produzione attingeva ancora a quel cuore quando nel 2017 le discordie tra i titolari sfociarono nella crisi che fermò lo stabilimento di San Giovanni Lupatoto. Nell'attesa che una nuova proprietà salvasse l'azienda bisognava a ogni costo tenere in vita il lievito madre. L'hanno fatto per mesi Carlo, Michele e Davide, sostenuti da colleghe, colleghi e dall'intero paese, La fabbrica salvata dagli operai è una bella storia italiana. E bello è il segnale che dalla cronaca rimbalzi in un libro.
Alberto Sinigaglia
Silvino Gonzato è giornalista e scrittore, editorialista del giornale L'Arena di Verona. Ha pubblicato tre romanzi tra i quali, con Neri Pozza, Il chiostro e l'harem (1997); raccolte di reportage e libri di satira del costume. Massimo biografo di Emilio Salgari, è autore di numerosi saggi sul romanziere, tradotti all'estero. I suoi ultimi lavori per Neri Pozza sono stati: La tempestosa vita di Capitan Salgari (2011), Esploratori italiani (2012), Briganti romantici (2014) e Venezia libertina (2015).