Le acciaierie di Terni, in Umbria, erano state già narrate da Luigi Pirandello negli anni Trenta, ma con un tono che enfatizzava il lavoro industriale e l'epica del progresso. Ora invece questa chiave di lettura è capovolta dallo sguardo di Eugenio Raspi, che di quegli stessi impianti ci restituisce invece gli aspetti più problematici e conflittuali, più figli di un'epoca - la nostra - in cui il lavoro in fabbrica ha definitivamente perduto la dimensione positiva che aveva un tempo, diventando invece il luogo di tensioni individuali e non, in un processo di degenerazione che non risente più delle posizioni ideologiche, ma è solo il terreno di scontro tra precarietà , interessi personali, pulsioni irrisolte, interessi di parte. Con uno stile asciutto e una prosa concreta, Inox racconta uno spaccato della condizione operaia in un'Italia globalizzata e precaria, lontana anni luce dalle certezze che solo cinquant'anni fa l'avevano resa tra le nazioni più industrializzate al mondo.
Giuseppe Lupo
Eugenio Raspi (Narni, 1967) ha lavorato per oltre vent’anni, e fino al licenziamento, all’interno della Acciai Speciali di Terni, azienda del gruppo ThyssenKrupp.
Con questo suo primo romanzo è stato finalista al premio Calvino 2016.