Alla rimozione della classe operaia dal discorso pubblico e dall’orizzonte politico, Ritanna Armeni risponde indagando le vite operaie – al tempo della globalizzazione e della crisi mondiale – negli stabilimenti Fiat violentemente trasformati dalle recenti strategie aziendali.
Lo squalo è il neoliberismo universale con il suo apostolo Sergio Marchionne, che divora i diritti, nega la dialettica, infrange pratiche sindacali e prassi di mediazione politica. Il dinosauro è invece la Fiom di Maurizio Landini, accusato di pesantezza e immobilismo, tenace nell’antagonismo e nella resistenza.
Con i toni immediati e lo stile del reportage, Armeni dà voce ai sentimenti delle donne e degli uomini di Pomigliano, di Melfi, di Mirafiori. Si contrappongono da un lato la frustrazione umiliata dei metalmeccanici, precarizzati e ricattati, resi sostituibili e subalterni, defraudati di diritti e identità ; dall’altro il sarcasmo arrogante di un management che – tra liberismo estremo e aiuti di Stato, retorica nazionale e spregiudicata dislocazione planetaria – mira alla schiavizzazione dei lavoratori e all’annullamento della rappresentanza. Il conflitto tra operai e azienda mostra i tratti più antichi e tipici dello scontro di classe; tuttavia, modi e linguaggi appartengono alla peggiore post-modernità : l’inganno degli stabilimenti modello (celebrati da economisti incauti) e delle promesse mancate, il sovvertimento delle categorie identitarie, l’adulterazione delle parole che trasforma i diritti in privilegi, il paradosso per cui il riconoscimento del sindacato dipende dalla sua obbedienza al diktat padronale; e, ancora, la spinta a interiorizzare controllo e censura, i rituali di autoaccusa, l’autoriduzione della conflittualità .
La scelta di Marchionne di affrontare la crisi non già valorizzando creatività e progettando innovazione bensì impoverendo l’offerta e comprimendo il costo del lavoro inibisce lo sviluppo economico dell’intero paese: per dissimulare il valore profondamente reazionario di tale scelta è necessario esasperarne il carattere ideologico e al tempo stesso caricarla di implicazioni psicologiche, terrorizzando la controparte e annientando l’avversario. Nondimeno, proprio la voracità dello squalo conferisce forza al dinosauro: la Fiom acquista dallo scontro una più precisa fisionomia perché smaschera le imposture del Nuovo Ordine Industriale svelandone il significato retrivo, perché crea un nuovo senso di appartenenza e una nuova orgogliosa specificità operaia.
Milva Maria Cappellini
Ritanna Armeni , giornalista da molti anni, ha lavorato a il manifesto, a l’Unità , a Rinascita, a Liberazione e all’agenzia Asca. È stata giornalista editorialista del Riformista. Per quattro anni ha condotto su La 7 “Otto e mezzo” con Giuliano Ferrara e ha collaborato con Radio tre e vari programmi televisivi. Per Ediesse ha pubblicato con Emanuele Giordana Due pacifisti e un generale. Ha curato il volume Parola di donna. È sposata, ha una figlia e una nipote.