"Gran parte della letteratura degli ultimi anni dedicata al tema del lavoro si è posizionata lungo la traiettoria del reportage narrativo: un genere di scrittura piuttosto ibrido, sul modello dell’inchiesta, che trova alimento nei documenti d’archivio o nei reperti di cronaca. Il libro di Angelo Ferracuti è un caso esemplare. Narra la vicenda di una tragedia sul lavoro: quella accaduta il 13 marzo del 1987 nel porto di Ravenna, nei cantieri navali della Mecnavi, dove persero la vita tredici operai, morti asfissiati per le esalazioni di acido cianidrico nella stiva della «Elisabetta Montanari», adibita al trasporto di gas gpl. Come tante altre disgrazie, anche questa viene presto sepolta sotto il solito cumulo di retorica, archiviata dopo il consueto (e a volte inutile) rito delle inchieste, dimenticata fra le polverose carte di archivio come un peso da abbandonare presto. È da questo movente - dal desiderio cioè di dare una voce e un volto a chi non c’è più, dal desiderio di ricostruire una vicenda paradigmatica - che prende corpo l’idea di Angelo Ferracuti, scrittore tra i più dotati e sensibili nei confronti della condizione operaia declinata nei decenni dopo il Duemila. A differenza di quanto accadeva negli anni del miracolo economico, scrivere di dipendenti e di industrie oggi significa esprimere il bisogno di testimoniare soprattutto le tragedie (e non solo le presunte conquiste) che ancora avvengono sul lavoro, l’urgenza di documentare la situazione non sempre agevole in cui si è costretti a operare, il desiderio di fare chiarezza, esprimendo quel poco di umanità che riesce a sopravvivere faticosamente nell’aria di morte che fatalmente circonda il luogo dove si è abbattuta la sciagura. A tutto ciò risponde il libro di Ferracuti: è impegno civile, documento di una sofferenza, viaggio nel buio del dolore, indagine nei tormenti di chi ne è stato responsabile, riscatto della coscienza. Ed è anche prosa lucida e appassionata, caparbietà documentativa e febbre di sentimenti, ansia di ricerca e resp.."
Giuseppe Lupo
Angelo Ferracuti è reporter e scrittore. Ha collaborato con «Diario» e oggi con «il manifesto». Ha pubblicato, fra l'altro, i romanzi: Norvegia (Transeuropa 1993), Attenti al cane (Guanda 1999), Nafta (Guanda 2000), Un poco di buono (Rizzoli 2002). E reportage narrativi: Le risorse umane (Feltrinelli 2006), Viaggi da Fermo (Laterza 2009), Il mondo in una regione (Ediesse 2009).