Il libro di Ricolfi si pone l’obiettivo di definire la società italiana contemporanea (successiva, in particolare, alla crisi del 2008) sciogliendo la contraddizione di fondo che serpeggia tra le varie analisi e narrazioni solitamente offerte al riguardo: alcuni la descrivono infatti povera e attraversata da profonde e crescenti disuguaglianze, altri la descrivono al contrario opulenta e in crescita. Per Ricolfi l’Italia non è, come si sarebbe tentati di dire, una società del benessere in cui permangono delle anomalie (che potrebbero essere corrette) ma è un tipo nuovo. È «una società opulenta in cui l’economia non cresce più e i cittadini che accedono al surplus senza lavorare sono più numerosi dei cittadini che lavorano», una società caratterizzata da “non-lavoro dei più”, dall’accesso di massa ai consumi e dalla stagnazione. Dotata di una propria fenomenologia e di una propria forma mentis, la società signorile di massa poggia su alcuni pilastri, il più importante e il più recente dei quali è la l’infrastruttura paraschiavistica costituita dal lavoro degli immigrati. Il libro di Ricolfi, chiarissimo e ben documentato, avanza una tesi molto precisa e formula interrogativi di assoluto interesse.
Tiziano Toracca
Luca Ricolfi (Torino, 1950), sociologo, insegna Analisi dei dati presso l’Università di Torino. Ha fondato la rivista di analisi elettorale “Polena” e l’Osservatorio del Nord Ovest. Attualmente é Presidente e responsabile scientifico della Fondazione David Hume. Fra i suoi libri: Perché siamo antipatici? (2005), Tempo scaduto. Il contratto con gli italiani alla prova dei fatti (2006), Illusioni italiche (2010), Il sacco del Nord (2012), La sfida. Come destra e sinistra possono governare l’Italia (2013), L’enigma della crescita (2014), Sinistra e popolo (2017).